‘Era sensabile ma bipolare’: Roberto Vecchioni parla della recente morte del figlio a soli 36 anni
Roberto Vecchioni ha parlato del dolore per la morte del figlio Arrigo a soli 36 anni.

Roberto Vecchioni ha parlato della morte di suo figlio in una nuova intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera’. Il cantautore milanese, 80 anni, ha infatti vissuto una grande tragedia proprio pochi mesi fa, quando Arrigo se n’è andato a soli 36 anni.
Parlando del ragazzo con il quotidiano ha detto: “Arrigo aveva tante meravigliose qualità, in primo luogo la sensibilità. Ma anche tante debolezze, insicurezze, incertezze che non c’era modo di fargli passare e che forse aumentavano nel vedere il padre che aveva successo. Ma qui siamo alla domanda di prima: che strada prendere? Che errore non fare? Rinunciare ai concerti? Non lo so...”.
Il dolore per la scomparsa di Arrigo è stato grande, sia in Roberto che in sua moglie Daria: “Una cesura tra una vita e un’altra, lo è stato ancora di più per mia moglie. Non l’ho presa come un’ingiustizia. Questo no, assolutamente no. Mi viene in mente Eschilo che diceva: ‘Si impara soffrendo’. Forse dalla felicità non si impara un ca**o. Si impara solo soffrendo, sperando di tornare alla felicità. È stato il crollo del mondo, dell’universo, ma non di certezze e ideali. E poi lo sento dentro fortissimo, mio figlio. Lo sento intensamente, Arrigo, me lo rivedo dentro continuamente”.
Parlando sempre del ragazzo ha continuato: “Lui era bipolare, ho una metafora: un giorno, tornando dall’ospedale vicino Piacenza dove lui andava a fare terapia, abbiamo preso la Statale per andare a Desenzano ed era piena di autovelox. Gli ho detto ‘Facciamo una cosa: tu guida, passa, ogni volta che c’è un autovelox te lo dico e tu rallenti’”.
“Abbiamo fatto questa strada di corsa e sembrava la vita, proprio. Corsa, corsa corsa e ad ogni autovelox lo fermavo. Quando siamo arrivati lui mi ha abbracciato e mi ha detto: ‘Li abbiamo fo**uti tutti, papà’. E invece un autovelox ci aveva beccati. Ho tentato di dire: ‘Non è colpa sua, ma mia, guidavo io’. ‘Eh no...’ hanno risposto. ‘... abbiamo visto, prendiamo lui’. Questa è la morte di mio figlio: gli autovelox della vita”, ha concluso.