Briatore e la Gregoraci ancora in disaccordo sul nome del figlio: ‘Volevo un nome che non si potesse abbreviare’
Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore ancora oggi non sono in accordo sul nome di loro figlio Nathan Falco.

Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore ancora oggi non sono d’accordo sul nome del figlio.
L’ex coppia, che è stata sposata dal 2008 al 2017, ha avuto Nathan Falco 14 anni fa. Ma se la scelta di chiamarlo Nathan è stata di lei, quella di aggiungere Falco è stata di lui.
Ancora oggi, come apparso chiaramente durante l’ultima puntata del programma Rai ‘Questioni di stile’, la divergenza sull’appellativo continua.
Quando parlando nella rubrica ‘Casa Briatoraci’ la 44enne ha citato il ragazzo con il nome Nathan, lui non ha battuto inizialmente ciglio.
“Non mi hai corretto, non lo hai chiamato Falco…”, ha affermato Elisabetta notando la cosa stupita.
A questo punto Flavio ha però ammesso che ancora oggi lui preferisce chiamarlo Falco, che è un nome “figo”.
“Lì non ci metteremo mai d’accordo. I miei amici lo chiamano Falco, che è un nome figo. I suoi amici…”, ha detto.
Elisabetta ha aggiunto: “…Lo chiamano Nathan, che vuol, dire ‘dono di Dio’”.
Briatore non è proprio convinto del nome Nathan: “Che poi ora che è grande lo chiamano Nat. Sai, io volevo un nome che non si potesse abbreviare. Falco è rimasto Falco, Nathan è diventato Nat…”.
Durante l’intervento nella trasmissione condotta dall’ex moglie, l’imprenditore 74enne ha ammesso anche che gli piacerebbe il figlio diventasse una sorta di “Briatore 2”.
“Cosa mi auguro per lui? Che sia una persona che sa di essere privilegiata, quindi è ancora più difficile. Lui potrà fare le cose che si sente di fare, filosofo, scrittore”, ha fatto sapere.
“Io mi auguro che sia un Briatore 2, ma può darsi che non lo sia. Se non lo è, non c’è nessun dramma, non lo voglio costringere. Lui deve fare le robe che pensa siano giuste per lui”, ha aggiunto.
Ha anche affermato che Nathan Falco è il più grande orgoglio della sua vita: “La cosa di cui vado più fiero è mio figlio. E’ la cosa più importante, perché vai più fiero delle cose che rimangono, come dare un’educazione a nostro figlio”.